Tutti, in qualità di Interessati, abbiamo il diritto di sporgere reclamo all’azienda, ente o organizzazione che raccoglie e tratta i nostri dati in maniera illecita. Se fino al 25 maggio 2018 il ricorso era a pagamento, per cui l’Interessato perplesso doveva pagare circa €. 150,00 per chiedere al Garante Privacy o all’autorità competente di verificare il dubbio sull’illegittimo trattamento dei dati raccolti, ora il reclamo è gratuito. Ma come si sporge istanza di reclamo?

Tutti noi, in qualità di Interessati, possiamo sporgere reclamo all’azienda o all’ente che tratta i nostri dati attraverso i metodi esplicitati sul sito istituzionale dell’azienda alla sezione prevista (solitamente è quella “privacy”). I metodi per esporre il reclamo maggiormente adottati tra gli enti e le organizzazioni sono quelli di inviare una mail o una missiva agli indirizzi specificati, o completare un apposito modulo. Dal momento della ricezione del reclamo, l’azienda ha tempo un mese, prorogabile a due se i dati oggetto di reclamo sono molti o la procedura per estrapolarli e valutare il trattamento risulta complicato, per rispondere e dimostrare che i nostri dati in loro possesso non sono trattati illegittimamente ed illecitamente. Se non si dovesse ricevere riscontro entro il tempo prestabilito e/o non si considerasse la risposta esaustiva, allora ci si può rivolgere al Garante Privacy. È possibile scaricare il modulo del reclamo al link seguente: https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/4535524 .
Se il Garante Privacy o l’autorità preposta rileva che il motivo del nostro reclamo è lecito, allora dal reclamo si passa all’istruttoria preliminare. Da questo momento in avanti si intraprende l’iter di un vero e proprio procedimento amministrativo. A seguito degli accertamenti e delle varie verifiche previste dal procedimento, e se nel caso, il Garante o l’autorità preposta procede con la comminazione delle sanzioni contro l’ente che ha utilizzato illecitamente i dati di cui era in possesso, il tutto secondo l’Art. 58 del GDPR.